mercoledì 12 marzo 2014

Dove tutto cambia

Bentrovati!! Pronti per un altro giro?

Oggi voglio parlarvi di un avvenimento che segnò la vita dei Beatles in modo imprevedibile. Più dell'incidente che non avvenne in cui Paul non morì? Beh, più di quello non so. Vediamo, io vi racconto e poi decidete voi.

Fin qui abbiamo detto che alla fine del 1966, Paul si allontana dal gruppo per motivi di salute, diciamo così. Visto che nessuno si è accorto della sostituzione e Bill copre alla perfezione il suo ruolo, Paul non si mette premura a riprendere il suo posto. Lo rivorrà indietro, certo, dopo qualche anno, ma nel 1967 niente lo fa presagire. D'altro canto, non possiamo certo dire che Bill si sia integrato nel gruppo: lo capiamo da diversi fatti che vi spiegherò in futuro, promesso. Per ora vi rimando al post sulla visione che Bill ha della sua posizione all'interno della band. Ne abbiamo parlato qui.

Siamo al 1968. Anno importantissimo per i Beatles. Tutto cambia e nessuno se ne accorge. Non è una novità, questa. Lennon ha provato inutilmente a spiegare cosa stava succedendo per tutto il 1967. E invece, niente.

Nel 1968, i Beatles partono alla volta dell'India per trovare il guru Maharishi e si trattengono per diversi mesi. O meglio, Ringo e Paul tornano in patria quasi subito, mentre John e George restano in India più a lungo.

Qualche anno fa, la rivista Rolling Stone ha condotto un'inchiesta sui motivi che portarono allo scioglimento dei Beatles e ne hanno tirato fuori una versione un po' diversa da ciò che ci hanno sempre raccontato.
Ufficialmente è stato McCartney a mettere la parola fine ai Beatles, dopo che la situazione si era trascinata per mesi. Paul aveva preso in mano le sorti del gruppo alla morte di Brian Epstein e pretendeva di gestire tutto a modo suo. Gli altri membri mal sopportavano quelle che da un certo punto in poi venivano viste come "prevaricazioni" e, soprattutto Lennon, diventava sempre più insofferente. I due litigavano spesso per la leadership del gruppo. La tensione continuava a crescere e anche George e Ringo cominciarono a risentirne. Fu a questo punto, come un fulmine a ciel sereno, che McCartney dichiarò alla stampa di aver abbandonato il gruppo, senza dare alcun preavviso agli altri. Non basta. Pubblicò il suo primo disco solista intitolato McCartney, nello stesso periodo di Let It Be, entrando addirittura in competizione con loro. Tutto poi avrà un seguito in tribunale e l'intera faccenda assumerà il carattere del peggiore dei divorzi.

Questa è la storia ufficiale. Un po' semplificata, ovviamente. Ma qui non ci serve aggiungere altri particolari.

Tranne che Mikal Gilmore, il giornalista che ha condotto l'inchiesta per la rivista Rolling Stone, scrive che è andata pure peggio. Secondo la sua ricostruzione, già dal 1968, John e George boicottavano i Beatles per sabotare McCartney perché stava assumendo troppo potere all'interno del gruppo.

Dal '68, dal periodo in cui si trovavano da soli in India, probabilmente.

McCartney aveva troppo potere. Eppure, Apollo C. Vermouth assicura che il "McCartney" contro cui si accanisce Lennon non è Paul, ma Bill. Interessante vero?

Vi aspetto per la prossima puntata.


P.S. Poche settimane fa, il blog ha compiuto il suo primo anno di vita. Con una buona dose di cinismo, io avrei scommesso che sarebbe durato molto meno, ma devo ammettere che certo genere di sorprese mi rende molto felice. Questo primo compleanno non è stato festeggiato a dovere, ma vorrei fosse l'occasione per fare un  ringraziamento affettuoso a chi ha preso l'abitudine di seguirmi nei miei ragionamenti. Qualcuno addirittura mi ha detto che aspetta con curiosità i nuovi post di Seguendo Mr. Apollo: dopo un primo momento, in cui ho pensato che davvero la gente non ha niente da fare, ho preso coscienza del complimento e ho assaporato un certo grado di soddisfazione. Si, va bene, ho gongolato apertamente. E allora?
Ecco. Volevo solo dire grazie a chi, in qualsiasi modo, sta facendo crescere Seguendo Mr. Apollo. 

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